Tutto quello che devi sapere sul safari fotografico in Africa

In questo articolo voglio raccontarti tutto quello che devi sapere sul safari fotografico in Africa per affrontarlo nel migliore dei modi e portare a casa incredibili scatti. Dopo innumerevoli viaggi nel continente africano, oltre a essermi follemente innamorato di questi luoghi, ho raccolto moltissime considerazioni che sono il frutto della mia personale esperienza. I viaggi safari sono stati per me il primo approccio all’Africa, interessato alla natura selvaggia e alla sua epica fauna. Successivamente invece ho deciso di dedicarmi maggiormente a indagare le popolazioni di questa magica terra, ma questa è un’altra storia che ti racconterò prossimamente.

Quando si parla di safari fotografici, la prima cosa che salta alla mente sono i big five. In passato, questo termine inglese identificava i 5 animali più feroci e pericolosi da cacciare a piedi; oggi si riferisce invece a una selezione ristretta di animali che è possibile avvistare in alcuni parchi nazionali e riserve protette dell’Africa. Sono il simbolo di questo meraviglioso continente, tanto da figurare sulle banconote del Sudafrica, uno per ogni taglio. I grandi cinque sono il leone, il leopardo, l’elefante africano, il bufalo del Capo e il rinoceronte, per fortuna oggi tutte specie protette. Troverai un approfondimento sul tema alla fine di questo articolo.

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Che cos’è un safari fotografico

“Un’avventura unica”: questa potrebbe essere la risposta di getto a questa domanda. Il safari fotografico è un viaggio all’interno di parchi e aree protette dedicato all’osservazione della fauna locale nel suo habitat naturale, allo stato brado. La parola safari viene dalla lingua swahili e significa “lungo viaggio”: inizialmente designava una battuta di caccia grossa nei territori dell’Africa, ma oggi assume per fortuna tutt’altro significato.

L’esperienza è intensa e suggestiva, un bagno a 360 gradi nella natura selvaggia. Per questo motivo, durante il safari, si è sempre accompagnati e scortati dalla guida locale, che conosce profondamente i luoghi e le abitudini degli animali che li popolano.

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Quanti tipi di safari fotografici esistono?

Esistono diverse tipologie di safari fotografici. La più classica è quella del game-drive che consiste in un’esplorazione diurna di aree naturali attraverso fuoristrada, con tettino aperto o chiuso, con lo scopo di avvicinarsi sempre in sicurezza agli animali. Questa formula esiste anche nella versione notturna, sempre accompagnati da un ranger e solo se dotati di concessione e permessi.

Ci sono poi anche i safari a piedi, detti walking safari, che rappresentano una versione ancora più immersiva ed emozionante. Anche in questo caso, si è sempre scortati da una guida che avrà premura di farci camminare in sicurezza e senza arrecare disturbo agli animali. Ci sono in Africa molte possibilità di safari di questo tipo, tra questi il Gorilla Trekking in Ruanda.

L’ultimo tipo di safari è quello in barca, che cambia a seconda della zona, navigando lungo laghi e fiumi per avvistare la fauna locale da una prospettiva diversa e vivere un’esperienza insolita decisamente selvaggia. Non posso dimenticare l’avventura In Botswana quando, , sono scivolato a bordo di una tradizionale piroga lungo i canali del delta dell’Okavango per ammirare rarissimi uccelli nascosti tra le canne di papiro e i grandi protagonisti della savana, praticamente tutti i big five.

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Dove organizzare un safari fotografico?

L’Africa è sicuramente il luogo migliore per questo tipo di viaggio, ma non l’unico, offrendo moltissimi parchi e riserve, oltre alla possibilità di avvistare i rinomati big five. Le zone più quotate sono il Sudafrica e l’Africa orientale. Qualche esempio? Il Kruger National Park in Sudafrica, il Masai Mara e Serengeti in Tanzania, l’Etosha in Namibia e il Queen Elizabeth in Uganda. Oppure l’isola del Madagascar, la quarta più grande del mondo, con una fauna particolarissima e molte specie endemiche. Proprio qui ho scelto di ambientare molti dei miei viaggi fotografici organizzati che puoi spulciare nella sezione viaggi del mio sito.

Personalmente ritengo che le migliori destinazioni in termini di safari fotografico siano quelle meno “note” da un punto di vista commerciale, in un certo senso meno “turistiche”. Quali? Botswana, Zambia, Zimbabwe. Non è una mera questa estetica. Parlo di atmosfere genuine che regalano esperienze della savana più autenticamente wild.

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Quando andare in Africa per un safari fotografico?

L’Africa è così grande da offrire occasioni di viaggio durante tutto l’anno. Da dicembre a marzo, per esempio, è possibile esplorare l’Uganda, il Kenya o la Tanzania; mentre nei mesi estivi si può puntare la bussola verso Botswana, Namibia o Sudafrica. In generale però, la scelta del periodo in cui effettuare un safari fotografico è dettata anche da ciò che si vuole fotografare.

Ci sono infatti periodi più consigliati per avvistare certi animali o assistere a spettacoli suggestivi come le migrazioni. La grande migrazione degli gnu al Masai Mara in Kenya, ad esempio, avviene da luglio a settembre; mentre quella che interessa la sconfinata pianura del Serengeti in Tanzania intorno a novembre.

Consigli per affrontare un safari fotografico in Africa

Siamo sinceri. Il safari fotografico non è un viaggio come un altro. Lo stupore sarà il vostro fedele compagno di viaggi, così come la pazienza e la prontezza nel cogliere il momento migliore per immortalare gli animali. È arte dell’osservazione allo stato puro: meditare ogni singolo scatto per non perdere l’occasione di realizzare qualcosa di unico e originale.

La sicurezza personale è una delle priorità: sarà quindi il driver a decidere quando e quanto potremo avvicinarci agli animali. A volte avremo condizioni di luce e posizione favorevole, altre invece dovremo aspettare. Bisogna essere attenti e responsabili: un atteggiamento pacato aiuta a non spaventare gli animali; come spettatori silenziosi e rispettosi che, armati di pazienza e curiosità, abbracciano le grandi emozioni della savana.

I safari fotografici contro il bracconaggio

I safari fotografici provocano un certo impatto ambientale, soprattutto se parliamo di inquinamento, disturbo della fauna e creazione di nuove infrastrutture in ambienti naturali. Ecco perché è sempre più importante indirizzarsi su esperienze il più possibile sostenibili e partner che lavorino in questa direzione. Allo stesso tempo però, questo tipo di turismo stimola la tutela del paesaggio naturale, supporta e coinvolge le comunità locali e disincentiva il bracconaggio.

Vi riporto un estratto di un articolo di National Geographic dedicato a come si stanno evolvendo i safari in Africa, che ne sottolinea l’importanza:

“Secondo le stime, entro il 2030 il turismo in Africa genererà oltre 260 miliardi di dollari l’anno; sono soprattutto i safari fotografici a trainare la crescita economica e rappresentano un’importante fonte di occupazione per gli abitanti del luogo. Essendo la posta tanto alta, le compagnie che organizzano i safari stanno finanziando alcuni degli sforzi anti-bracconaggio più innovativi per proteggere la fauna selvatica”.

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Chi sono i Big Five?

L’elefante africano è il più grande animale al mondo: il maschio può raggiungere i 4 metri d’altezza e 6,5 di lunghezza. Il leone è il vero e indiscusso re della savana, anche se oggi minacciato dall’estinzione e presente solo nell’Africa subsahariana. Sinuoso, agile e veloce è invece il leopardo, il predatore per eccellenza.

Abbiamo poi il rinoceronte, uno di quelli più a rischio tra i 5: ne esistono solo cinque specie, che popolano le savane africane e le foreste e pianure alluvionali dell’Asia. Infine il bufalo del capo, uno dei più grossi bovini con un peso che può arrivare anche a 1 tonnellata, potente e aggressivo tanto da contrastare i leoni grazie alle sue imponenti corna.

Dove vedere i Big Five?

Premettiamo che non è scontato riuscire a vedere tutti i Big Five in un solo viaggio, anche se vi sono luoghi in cui sono comunque tutti presenti: il Parco Nazionale del Serengeti, il cratere di Ngorongoro in Tanzania, il Maasai Mara in Kenya, il Parco Nazionale delle Cascate Murchison in Uganda o il Kruger in Sudafrica, giusto per citarne qualcuno. In realtà, ci sono moltissime altre destinazioni dove è possibile vedere alcuni di questi animali, assieme a moltissimi altri, talvolta anche più rari e suggestivi.

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Cosa vedere oltre ai Big Five?

Un viaggio in Africa regala opportunità di avvistamento della fauna uniche al mondo con luoghi ricchissimi per quanto riguarda la biodiversità. Oltre agli iconici Big Five, troviamo molti altri protagonisti della Savana come giraffe, coccodrilli, ippopotami, zebre, antilopi, gazzelle etc. Personalmente, ho vissuto esperienze fotografiche molto interessanti, come il maestoso volo delle aquile urlatrici in Botswana e Zambia. Insomma, vivere un’avventura in Africa, di qualsiasi tipo essa sia, è qualcosa che porterete con voi tutta la vita.

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